Molti anni fa, quando fui coinvolto nella tecnica ortopedica, mi domandavo come fossero possibili relazioni coerenti tra i molti strumenti di tecnica ortopedica e la fisiologia umana.
Mi chiedevo che relazioni potessero avere oggetti come scarpe, busti, plantari e così via con la funzionalità del corpo.
Intorno al 1990 iniziarono ad essere costruiti i primi baropodometri. Erano venduti per migliorare la visione dell’appoggio del piede a terra, ossia miglioravano le caratteristiche dei podoscopi, fino ad allora utilizzati per la verifica dei carichi del piede a terra.
La domanda che mi posi fu: come potrei usare i dati del baropodometro per capire il comportamento dell’intero corpo umano?
Sarà possibile utilizzare questi dati per verificare eventuali correzioni all’andamento del corpo, così da poter avere dati misurabili in modo ripetibile?
Le mie ricerche si orientarono quindi alla comprensione di come ogni cervello, proprietario del corpo di cui dispone, potesse utilizzare al meglio il campo gravitazionale in cui è immerso. Si rese necessario così uno studio di quella che generalmente viene chiamata “normalità”.
In un esperimento su molti soggetti adeguatamente suddivisi fu possibile comprendere molte cose:
- tutta la popolazione occidentale che vive nell’ambiente che ci siamo creati, ad oggi ha una postura alterata fino dall’infanzia;
- la postura non riguarda fatti relativi solo all’apparato locomotore, bensì a tutte le funzioni del corpo, nessuna esclusa.
La gravità ci pervade ed involve in ogni attimo della nostra vita, vita che ne risulta migliorata o peggiorata in funzione della sua qualità; la postura è funzione dell’effetto che il campo gravitazionale ha su di noi e la sua correzione ci permette di migliorare o peggiorare le nostre prestazioni da tutti i punti di vista, a livello dell’apparato locomotore, ma anche a livello delle funzioni metaboliche.
La prima versione di quello che poi sarebbe divenuto il Metodo Biomeccanico Antropometrico Ergonomico per la misura ed il controllo della postura umana fu l’esperimento condotto su cinquanta casi di disturbi dell’apparato locomotore nella mia tesi di Laurea in Scienze Biologiche.
Da lì si evinse che era possibile migliorare la postura umana anche in situazioni complesse di persone con grandi disagi. Si comprese che con l’uso di interfacce, inserite tra la persona e l’ambiente che lo circonda, che seguissero precisi parametri controllati e ripetibili, si poteva ottenere il ritorno dei dati baropodometrici in indici di normalità con la soluzione di molti problemi, normalmente considerati come dolori ortopedici alla schiena, fianchi, ginocchia e piedi.
Nasce così l’Ergonomia Posturale che continuo a studiare e sviluppare ancora oggi mediante l’uso del metodo scoperto allora. Grazie ad un piccolo, ma molto competente, gruppo di lavoro stiamo avanzando sempre di più nella correzione di tutti i problemi di origine posturale come mal di schiena, male alle ginocchia e dolori al collo, anche se questi sono solo alcuni dei problemi più comunemente riscontrati.
sono una collega medico e le chiedo informazioni riguardo alla possibilità di essere valutata ed eventualmente trattata con questo tipo di approccio.
Abito a Bologna ed ho una problematica al rachide cervicale ormai cronicizzata che mi dà parecchi problemi,
Grazie
Dott.ssa Anita Cosentino
Carissima Anita,
Le ho appena inviato una e-mail all’indirizzo che ha usato per lasciare il commento.
Le basterà rispondere a quell’indirizzo.
Nel frattempo mi preme sottolineare che l’attività svolta mediante il metodo BAE non è attività di tipo medico ma rientra nella categoria della Medicina non Convenzionale. Tutti gli operatori che utilizzano questo metodo, me compreso, non sono medici.
Cordialmente,
Dr. Tiziano Pacini PhD